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La Fila

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(Ovvero: un omaggio a Vladimir Sorokin.)

– Chi è l’ultimo?

– Io…

– Ma è tutta fila questa?

– Già.

– Da quant’è che siete qui, voi?

– Da ieri.

– Cristo.

– Anche lei è qui per…

– E per cosa, sennò?

– Già.

– Guardi, a volte penso che sarebbe stato meglio non studiare e lavorare subito.

– Che cosa ha studiato lei?

– Giurisprudenza. Pratica non pagata per due anni. Poi il Grande Crack del 2018.

– Ah, io sono laureato in scienze politiche e economia. Master all’estero, di qua e di là.

– Disoccupato vero?

– Disoccupato da tre anni. Chiudo il conto dei miei, mica il mio.

– Scusate…Permesso…

– Ooh! Ma come si permette?

– Guarda quel bastardo, che salta la fila. Cos’è, un tunisino? Un terrone? Nelle turche dei CPT dovevano affogarvi, altroché.

– Scusate. Mi scusi signora, mi ero allontanato un attimo per andare in bagno…Grazie per avermi tenuto il posto…Sì, è il mio posto, che cazzo spingi?

– Stronzo! Muori!

– Calma, porca troia, calma!

– Fatemi passare, vi prego, ho gli agenti di Equitalia mi hanno pignorato pure la moglie e la figlia…Le hanno sequestrate e portate in località segreta…Devo pagarli assolutamente entro un mese!

– Col cazzo. Col cazzo che passi. Devo comprare le medicine.

– E io pagare le rate del plasma!

– Ma mia moglie…

– Che si fotta, quella zozza di tua moglie.

– Ti ammazzo!

– Buoni, buoni. Venga qui, le faccio posto io.

– Ah, grazie…Ma lei non è…

– Sì, sono Daniele Capezzone. Piacere.

– Ma come mai è qui?

– Eh, cosa vuole…La bancarotta colpisce tutti.

– No dico, pensavo che fosse di un’altra banca.

– Ma no, che importa ormai?

– Sa, la stimavo un po’ quand’era radicale. Poi…

– …

– …

– Oh, guardate lì!

– Cosa? Che c’è?

– Porca troia, la Fornero!

– Non spingeteee, cazzo!

– Nooo!

– Calmi!

– Macellaia!

– Ti facciamo piangere noi adesso, bastarda!

– Fino all’ultima lacrima ti facciamo ingoiare, vedrai…

– Oddio…

– La polizia! Caricano!

– Ooooooooh! Ahhhhh!

– Ma no, non è la Fornero.

– E chi cazzo è?

– È la Carlucci.

– La Carlucci? Proprio lei?

– Sì. Non vedi che sta scappando da una squadraccia del Popolo Viola?

– Ah…boh, fanno bene secondo me.

– Massì.

– Come si chiama lei?

– Chi, io?

– Eh, chi altri?

– Ah, ma che importa il mio nome…

– Ha ragione. Non importa più nulla, giunti a questo punto.

– Ma no, non dica così.

– Cosa dovrei dire? Mi allungano l’età pensionabile, mi fanno lavorare come un pazzo per 41 anni, e poi quando sto per andare in pensione la banca blocca tutti i conti e mi ritrovo in una fottutissima Argentina…

– Mi dispiace…

– Bah, guardi. Se entro domani non riesco a ritirare quei cazzo di soldi vado a casa, prendo il fucile di mio cognato leghista e mi metto a sparare a caso.

– Cos’è che hai detto, vecchio di merda?

– No, niente, agente…

– Vieni con me. Ora.

– Ma no, veramente, era per parlare…

– Agente, lo lasci, non era nulla, suvvia…

– Cosa vuoi, zecca? Vuoi finire come lui? Tu! Vieni subito qui.

– Porco…

– Un altro, ne hanno preso un altro.

– Poveraccio…Sarà stato in fila per chissà quanto…Uno impazzisce, anche. Non è che può resistere all’infinito.

– Già, e quando uno non ce la fa più arrivano i poliziotti e la gente sparisce…

– Shhh! Zitto! Che ci sentono, cazzo.

– Ma va’, non c’è nessuno qui.

– Non si sa mai.


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